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LXII Congresso Nazionale della Federazione Universitaria Cattolica Italiana

Rimini 9 - 12 maggio 2013

«Esodo dalla crisi: la via della democrazia», questo il titolo del LXII Congresso Nazionale della Federazione Universitaria Cattolica Italiana, svoltosi a Rimini dal 9 al 12 maggio scorsi. Trecento universitari da tutta Italia si sono ritrovati per discutere di democrazia, nella convinzione che essa rappresenti la via condivisa di uscita dalla crisi che ha investito il nostro sistema. Punto chiave dello sguardo sulla democrazia è stato proprio l’ottica dell’esodo: «l’esodo infatti, – recita la relazione introduttiva curata dalla Presidenza nazionale – l’uscita dalla schiavitù, si compie come popolo. Ecco quindi che il momento della crisi diviene per noi kairos per la costituzione di un demos consapevole, responsabile e libero».

Il Congresso ha attraversato il tema della democrazia toccando molteplici aspetti. La sessione inaugurale ha ospitato una riflessione sull’antropologia e l’economia democratica e sui profili istituzionali alla ricerca di una bussola di diritti e libertà in contesto sempre più globalizzato. I lavori si sono aperti nel ricordo di Aldo Moro, Presidente FUCI dal 1939 al 1941, che scrisse alla FUCI nel 1956: «L'Italia, amici fucini, sarebbe diversa, tristemente diversa, se la FUCI non vi fosse oggi. Essa è stata un costante atto di fiducia e di amore, di fiducia nell'uomo, nell'intelligenza umana, nella sua capacità di parlare con Dio e con gli uomini ed essa l'ha fatto nella sua spontaneità, nella sua agilità interiore, nella sua profonda costante fedeltà agli ideali più alti».

Il professor Michele Nicoletti, ordinario di Filosofia politica all’Università di Trento, ha sottolineato come la «verità della democrazia è la persona. È per questo che la democrazia ha bisogno di persone in grado di assumersi responsabilità, di persone ragionevoli: la comunità politica, infatti, non si costruisce da sé, ma deve essere costruita e voluta».

Sul rapporto tra economia e democrazia è intervenuto il professor Stefano Zamagni, ordinario di Economia politica all’Università di Bologna. Zamagni ha sostenuto che la separazione tra economia e politica è sempre più evidente e che oggi più che mai la prima impone i ritmi alla seconda. «La democrazia è un valore per la politica, non per l'economia: essa è inefficiente. Il mercato infatti è il terreno dell'efficienza e della velocità. La democrazia è lenta». È necessario quindi ritrovare un equilibrio tra democrazia ed economia percorrendo tre vie: combattere l'individualismo libertario e l'elitismo competitivo costruendo una democrazia deliberativa. Se non si porrà rimedio a tale rapporto, si continuerà nel paradosso della crescita che «aumenta l'utilità e abbassa la felicità».

Ha concluso i lavori il professor Ugo De Siervo, Presidente emerito della Corte costituzionale, che ha allargato gli orizzonti della riflessione sul contesto europeo: «Abbiamo un governo europeo che è basato soltanto sugli interessi particolari degli Stati. E' auspicabile quindi una rifondazione federale dell'Unione Europea che tenga conto delle particolarità locali. La crisi deve essere un’occasione che passa per ricostruire un’Europa solidale».

Durante il secondo giorno sono stati approfonditi gli aspetti fondamentali di una partecipazione attiva e consapevole del demos alla democrazia: istruzione, informazione e partecipazione. Il professor Mauro Ceruti ha sostenuto come sia sempre più necessario colmare il divario «fra i problemi che la specie umana deve affrontare nella sua nuova condizione planetaria e lo stato attuale delle conoscenze». Nel tentativo di colmare tale divario, la scuola e l’università hanno un ruolo strategico. Sofia Ventura, docente di Comunicazione politica all’Università di Bologna, ha poi esplorato il vasto campo delle relazioni tra democrazia e media. L’imponente quantità di informazioni disponibili è una delle caratteristiche del nostro tempo: «per nascere e “sfondare” hanno bisogno di un pregiudizio ideologico», di un motivo che susciti un sentimento forte. Così oggi la comunicazione politica ha bisogno di creare immagini e luoghi comuni: «l’immagine, oggi, sostituisce l'ideologia di ieri». Per questo è necessario che la politica riacquisti la sua dimensione e il suo linguaggio e non si sbilanci su quelli del marketing.

Ultimo e fondamentale aspetto della costituzione di cittadinanza è la partecipazione, tema su cui si è incentrata la relazione del professor Guzzetta dell’Università di Roma Tor Vergata. «I partiti sono l'anello fondamentale della partecipazione – afferma Guzzetta – ma bisogna stare attenti che gli strumenti di partecipazione sia non tanto un fine, quanto più un mezzo per costruire una comunità politica».

La tavola rotonda conclusiva della parte tematica del Congresso ha voluto porre al centro i giovani e i diritti di cui essi sono protagonisti: educazione, lavoro, ambiente e sanità. Questi diritti hanno un peso nella democrazia perché se non fossero tutelati, si perderebbe quel minimo comune denominatore che lega il destino dei cittadini. Il principio di fraternità sostenuto dal professor Pizzolato ha fatto da trait d’union dei diritti sopra ricordati: «la fraternità infatti immette le libertà nel circolo della costruzione di un progetto condiviso, rendendole cooperative». Diritti condivisi dunque rimangono il centro di una democrazia compiuta.

La seconda parte del Congresso è stata dedicata, come di consuetudine, all’Assemblea federale, quest’anno intimamente legata alla prima parte dei lavori: da una riflessione sulla democrazia si è passati all’esercizio stesso della democrazia all’interno della Federazione. Durante l’Assemblea si sono infatti discusse, votate e approvate le tematiche del prossimo anno accademico, oltre che adempiuto il rinnovo delle cariche interne. Tra gli argomenti che guideranno la riflessione della Fuci vi sono le parità opportunità, l’Europa, una riflessione a tutto tondo sul fine vita e, ancora, una riscoperta del pensiero di Simone Weil. L’Assemblea ha poi approvato le Tesi congressuali, che riassumono la voce e l’approfondimento critico della Fuci sul tema del Congresso e che sono offerte al Paese e alla Chiesa. In esse si sottolinea l’inscindibile nesso tra democrazia e persona: «crediamo che proprio nella democrazia, sistema aperto nel pluralismo alla fiducia nelle donne e negli uomini, possa appieno realizzarsi il completo sviluppo dell’Uomo e della sua personalità sia come singolo sia nelle formazioni sociali cui per sua natura si trova inserito, secondo un’ottica comunitaria che rifugga la difesa esclusiva di interessi particolari e che si ponga a tutela della pari dignità sociale di ogni soggetto». Si riconosce poi il valore alto dei luoghi di istruzione come vere palestre della dignità umana: «siamo convinti infine, da Federazione di universitari cattolici, che la promozione dell’essere umano non possa prescindere da un’adeguata formazione, che garantisca a tutti e a ciascuno gli strumenti idonei per la comprensione del presente e per decidere criticamente e democraticamente con la propria testa».

Gli universitari che hanno preso parte all’evento si sono riconosciuti ancora una volta in quello stile che caratterizza la FUCI da sempre: cercare nel dialogo sincero nuove vie per mettere in relazione fede e scienza, cultura e Vangelo con pazienza di pensiero e mitezza della responsabilità.